Lettera d’amore ai miei clienti

Lettera d’amore ai miei clienti

“Le lettere d’amore fanno ridere,
non sarebbero d’amore se non facessero ridere,
per forza fanno ridere.
Non aver mai paura di essere ridicolo,
solo chi non ha mai scritto
lettere d’amore,
fa veramente ridere.”

(Roberto Vecchioni, A Fernando Pessoa)

Carissimo,
Non soltanto ho perso il bandolo…, ho ingarbugliato per bene anche la matassa!

Non riesco più a presentare i conti a certi miei clienti, vorrei scriver loro lettere d’amore. Come tutte le lettere d’amore anche queste rischiano di non essere comprese…, di non essere corrisposte. Si rischia l’imbarazzo a dire certe cose.

In questo momento di crisi globale e planetaria a tutti i livelli: economico, politico, sociale, ambientale…, ha un senso parlare della mia crisi individuale? Ho scelto (?) di viverla fino in fondo questa crisi, per sentirmi ed essere vicino a chi ne subisce duramente gli effetti quotidiani, siano essi cassaintegrati, licenziati, sfrattati, migranti, precari, depressi, o suicidi (non esistono solo i suicidi della Telecom France, l’altro giorno si è impiccato nel suo laboratorio un fabbro che faceva porte blindate…qui a Verona). È forte e naturale la tentazione del “si salvi chi può”, tutti cercano la loro nicchia di salvataggio…. Chi è nella prospettiva di un mutamento di rotta (anche se non si sa precisamente in quale direzione!) deve viverla questa crisi, non gestirla, aspettando che passi e…possa tornare tutto come prima.

Ma che cos’è che è andato in crisi per me? È andata in crisi l’economia semplice, quella che io definisco “economia eucaristica” e con essa il senso che giustificava il mio lavoro. Che cos’è l’economia eucaristica?

PRENDETE…, il pane, certo, ma anche le materie prime che offre la natura, e non soltanto, anche tutto ciò che ci offre l’opera laboriosa di milioni di uomini anonimi…

RENDETE GRAZIE…, ammettiamo la nostra non autosufficienza, l’indispensabile e necessaria relazione con gli altri, la riconoscenza di una rete che ci sorregge;

SPEZZATE…, è il trasformare la materia, dividendola e ricomponendola, partecipando così al miracolo della moltiplicazione dei beni che è la con-divisione.

Ho cullato per anni l’illusione di essere riuscito a costruire, nella mia micro-esperienza, un qualcosa di veramente alternativo, di “resistente” alla logica di mercato. Devo ricredermi, sono sempre più solo e sempre più incompreso, c’era più comprensione per certe posizioni venticinque anni fa…, quando l’Ikea non c’era…adesso possono finalmente e liberamente scegliere…vanno all’Ikea!

L’economia eucaristica è insostenibile (?), ha fallito (?)…come può uno scoglio arginare il mare?

Paradossalmente i clienti che si ostinano a chiedermi servizi, dovrei io ripagarli a mia volta, perché nonostante tutto sono quelli che regalano ancora un senso alla mia attività, esprimono loro la giustificazione del mio fare…nutrimento per la mia anima. Di conseguenza capirete la mia difficoltà a “presentare il conto”, a monetizzare una così complicata relazione.

Sono fuori di testa? Fatevelo voi il conto, pagate “il giusto”, dal “giusto” trattenete un 20%: è il mio finanziamento alla vostra più lungimirante ricetta “per uscire dalla crisi” standoci dentro.

Non innervositevi e accettate il mio affettuoso abbraccio,

vostro Vince

Torna a Articoli